In una mappa il 25% dei fondali dell'Oceano Artico
La nuova carta offre anche una risoluzione 4 volte maggiore
Prosegue la mappatura dei fondali dell'Oceano Artico, necessaria non solo per la ricerca scientifica, ma anche per il monitoraggio ambientale e climatico, la navigazione, l'esplorazione e le attività di costruzione sottomarina. È stata ora pubblicata la versione 5.0 della Carta Batimetrica Internazionale dell'Oceano Artico (Ibcao), che ha ampliato l'area mappata di circa 1,4 milioni di chilometri quadrati, arrivando a coprire il 25% del totale. La nuova versione, alla quale ha collaborato anche l'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, si distingue inoltre per la sua straordinaria risoluzione, quattro volte maggiore della precedente. Per il futuro rimangono, tuttavia, molte sfide aperte: l'Oceano Artico è soggetto a un mutamento costante, legato soprattutto alla perdita dei ghiacci polari, alla conseguente trasformazione degli ecosistemi e agli interventi antropici. "Fino a oggi, la mappatura dell'Oceano Artico si è rivelata spesso problematica a causa delle condizioni meteorologiche e marine difficili, ma soprattutto per la presenza della banchisa, che limita le possibilità di raccogliere dati con le tradizionali tecniche radar", dice Michele Rebesco dell'Ogs, che ha collaborato alla mappatura. "Per ottenere la nuova versione di Ibcao si è cercato di superare queste limitazioni - aggiunge Rebesco - utilizzando non solo le navi rompighiaccio e i sottomarini, ma anche stazioni mobili di ricerca poste direttamente sul pack artico galleggiante". Rimane però ancora un ampio margine di miglioramento, visto che significative porzioni di Artico, in particolare a nord della Groenlandia e nell'Arcipelago artico canadese, sono ancora prive di mappatura. Per ottenere una copertura completa, gli esperti stanno valutando nuovi approcci, come l'utilizzo di sottomarini autonomi equipaggiati con sonar e capaci di navigare al di sotto del ghiaccio marino.
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