The Hong Kong Telegraph - Adhd, farmaci aumentano lievemente pressione sangue e battito

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Adhd, farmaci aumentano lievemente pressione sangue e battito

Adhd, farmaci aumentano lievemente pressione sangue e battito

Studio,benefici superano i rischi, ma serve attento monitoraggio

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I farmaci per la sindrome da iperattività e deficit di attenzione, l'Adhd, potrebbero avere effetti sul cuore. Lo rivela uno studio condotto da esperti dell'Università di Southampton, secondo cui i farmaci per l'Adhd hanno nel complesso piccoli effetti (un lieve aumento) sulla pressione sanguigna e sulla frequenza cardiaca dopo settimane o pochi mesi di utilizzo. Lo studio, pubblicato su The Lancet Psychiatry, suggerisce comunque che i benefici dell'assunzione di questi farmaci superano i rischi, pur evidenziando la necessità di un attento monitoraggio. Si tratta della più ampia e completa analisi degli effetti cardiovascolari dei farmaci per l'Adhd basandosi sui risultati di studi clinici rigorosi per valutare gli effetti dei farmaci. "Quando si tratta di assumere qualsiasi farmaco, rischi e benefici dovrebbero sempre essere valutati insieme - spiega Samuele Cortese, l'autore principale. Abbiamo riscontrato un lieve aumento della pressione sanguigna e delle pulsazioni nella maggior parte dei bambini che assumevano farmaci per l'Adhd. Nel complesso, il rapporto rischio/benefici è rassicurante per chi assume farmaci per l'Adhd". Si stima che il disturbo da deficit di attenzione/iperattività colpisca in media circa il 4% dei bambini. Di questi, circa il 45% è trattato con farmaci. Il team internazionale di ricercatori ha analizzato i dati di 102 studi clinici, per un totale di 22.702 partecipanti con Adhd. Hanno confrontato gli effetti di diversi farmaci, scoprendo che tutti i farmaci per l'Adhd sono generalmente associati a effetti complessivamente modesti sulla pressione sanguigna, sulla frequenza cardiaca e sui parametri dell'elettrocardiogramma. Con l'eccezione della guanfacina (che determina una riduzione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca), gli altri farmaci hanno determinato un aumento dei valori di questi parametri. Non sono state riscontrate differenze significative tra stimolanti (compresi metilfenidato e anfetamina) e non stimolanti (atomoxetina e viloxazina) per quanto riguarda i loro effetti sulla pressione e sulla frequenza cardiaca. "I nostri risultati dovrebbero informare le future linee guida cliniche, sottolineando la necessità di monitorare sistematicamente la pressione e la frequenza cardiaca; i medici potrebbero ritenere che solo gli stimolanti abbiano un effetto negativo sul sistema cardiovascolare", spiegano gli autori, ma non è così.

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