Intesa, 'si guarda al risparmio gestito per la terza età'
L'Indagine con Einaudi sulle scelte finanziarie degli italiani
La sicurezza finanziaria è la priorità per gli italiani che però, dopo un 'risveglio' nel 2023 sono tornati a disinteressarsi degli argomenti economici. E' la fotografia che emerge dall'Indagine di Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani nel 2024 che quest'anno si focalizza sul risparmio gestito e mette in evidenza le preoccupazioni crescenti per la 'terza età'. Il risparmio gestito in Italia corrisponde al 70-95% del Pil; la quota di patrimonio complessivamente investita in strumenti gestiti è variabile: si colloca tra il 10 e il 30% per circa la metà dei risparmiatori e tra il 30 e il 50% per poco meno di un quarto. Solo il 10% investe nel gestito oltre il 50% del proprio patrimonio. Gli obiettivi principali dell'investimento nel risparmio gestito includono, in particolare, la creazione di una disponibilità finanziaria per la terza età (39,5%) e l'ottimizzazione dei risparmi (38,1%). "Dopo un 2023 che aveva visto un risveglio di attenzione da parte degli italiani verso gli argomenti economico/finanziari, i dati 2024 si riportano su valori storici, con il 30% degli intervistati che si dichiara "per niente interessato" agli argomenti di economia e finanza". In un contesto complesso, la banca rimane il consulente più apprezzato: raccoglie infatti oltre il 60% delle citazioni in tutte le classi di età, con picchi oltre i due terzi per gli intervistati tra i 45 e i 64 anni. Cresce, tra il 2023 e il 2024, l'inclinazione delle famiglie italiane verso le obbligazioni: la relativa quota nei portafogli sale dal 28 al 34%. Flette invece la percentuale di chi opera in azioni (dal 6 al 5,6%). Gli investimenti alternativi catturano un limitato interesse: i metalli preziosi rimangono la scelta più popolare, seguiti dagli investimenti etici e ESG. Gli immobili pesano per il 63% del patrimonio medio del campione e aumenta la percentuale di giovani proprietari, al 60% dal 49,2% del 2023. Rimangono basse le adesioni alla previdenza complementare, ma crescono le sottoscrizioni da parte dei giovani. Aumentano anche le assicurazioni a copertura delle spese mediche, dal 14 al 17% del campione. "Il potenziale di sviluppo è significativo - è la conclusione a cui arriva l'indagine -, sia per colmare il vuoto di domanda di investimenti più evoluti che per rispondere alle crescenti esigenze previdenziali. Occorre migliorare l'istruzione finanziaria e la consapevolezza dei bisogni di investimento".
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